Dolore e gonfiore addominale, digestione lenta, stipsi, meteorismo, infezioni vaginali ricorrenti, stanchezza, gengiviti, cefalee. Sono questi i disturbi più ricorrenti della DISBIOSI, ovvero l’alterazione della flora batterica intestinale.
Ne soffre circe il 60% della popolazione, in prevalenza donne. Se non curata la disbiosi può provocare gravi malattie legate alle funzioni epatiche e renali. Oggi però esistono test facili per identificarla e terapie personalizzate in grado di assicurare una completa guarigione.
La causa?
“L’equilibrio della flora batterica può essere alterato da diversi fattori”, spiega la dott.ssa Rosanna Giuberti, presidente della Società di Idrocolonterapia a Milano. “Le abitudini alimentari sono tra le principali responsabili. In particolare risultano dannose le diete scarse di fibre e ricche di cibi trattati e denaturati, altamente raffinati e magari consumati in fretta; un’altra causa è l’inquinamento legato ai conservanti e ai coloranti dei cibi, ma anche alle fonti di metalli tossici, radiazioni ed emissioni elettromagnetiche.
Infine influiscono lo stress, la mancanza di moto e l’assunzione di farmaci che distruggono la flora batterica”.
Come si instaura?
La disbiosi non viene spesso considerata una patologia vera e propria e quindi si tende a sottovalutarla e a ricorrere a cure fai da te, lassativi e quant’altro.
“Atteggiamento sbagliato, perché se non curata può degenerare”, avverte la specialista.
“Le componenti della flora batterica possono alterarsi e produrre sostanze tossiche e dannose per il fegato e in grado di creare forti squilibri a livello neurovegetativo e immunitario”.
La cura?
Per diagnosticarla è necessario ricorrere ad un semplice test basato sul dosaggio di due componenti delle urine: Indicano e Scatolo.
Individuato il grado di malattia, si procede con una cura mirata. “un tempo si tendeva a dare solo dei lactobacilli, a prescindere dallo stadio della malattia, adesso la terapia viene personalizzata”, conclude Rosanna Giuberti. “si possono prescrivere probiotici e prebiociti, per regolare la flora batterica, enzimi per il processo digestivo e, in casi più gravi, drenanti epatici per disintossicare il fegato. L’importante è seguire corretti schemi terapeutici che assicurino in pochi mesi una completa guarigione”.
DISBIOSI TEST: Un test facile e non invasivo.
Un test non invasivo, praticato negli studi medici specializzati, capace, mediante un prelievo delle urine, di diagnosticare il grado di disbiosi: “assente, lieve, media e grave”.
Il DISBIOSI TEST fornisce anche utili indicazioni sulle tipologie di fermenti lattici con i quali trattare la malattia.